In residenza presso il polo di Novoli/Campi Salentina
Progetto incentrato sulla storia di Leonardo Vitale: un viaggio dentro la mente del primo e ultimo “pentito di mafia”, dai suoi primi passi nel modo mafioso al calvario del manicomio e delle torture fino al giorno in cui riacquista la libertà e viene ucciso da cosa nostra per aver violato le leggi dell’omertà.
Il 29 marzo 1973, in preda a una crisi religiosa, Vitale decise di presentarsi presso la questura di Palermo autoaccusandosi di due omicidi, di un tentato omicidio, di estorsione e di altri reati minori; fece i nomi di Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Vito Ciancimino ed altri mafiosi, collegandoli a precise circostanze e rivelò per primo l’esistenza di una “Commissione”, descrivendo anche il rito di iniziazione di cosa nostra e l’organizzazione di una famiglia mafiosa.
Quelle dichiarazioni portarono all’arresto di quaranta mafiosi delle borgate palermitane, ma la metà di questi si resero latitanti o furono rilasciati qualche tempo dopo per insufficienza di prove. Lo stesso Vitale finì nel carcere dell’Ucciardone per le sue dichiarazioni, dove venne sottoposto a numerose perizie psichiatriche e dichiarato seminfermo di mente, affetto da schizofrenia, venendo rinchiuso nel manicomio criminale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Così il 29 marzo 1973, l’Italia avrebbe potuto conoscere il suo primo pentito di mafia e invece quello è il giorno in cui un uomo sano, pentito delle sue azioni entra dentro la casa dello stato, consegna informazioni molto scomode e diventa pazzo
Il rimorso del diavolo
Di e con Riccardo Lanzarone
Musiche Valerio Daniele
Produzione Solares Fondazione delle Arti Teatro delle Briciole