Compagnia: Adriana Gallo
Referente: Adriana Gallo
Periodo: 6 – 10 / 14 -18 novembre
Polo TRAC: Novoli
Tipologia di residenza: Bando Nuove Generazioni
Giorni di residenza: 10
Il desiderio di creare “Ancora cadi, Caperucita!” nasce dalla lettura del libro illustrato “C’era una volta una bambina” di Giovanna Zoboli, con le illustrazioni di Joanna Concejo. Questo libro racconta la storia di
Cappuccetto Rosso ma, in realtà, non racconta una storia in linea retta. L’autrice gli fa fare strani giri,
interruzioni, ripetizioni che danno spazio a diverse interpretazioni. Tra le parole e le illustrazioni si scopre la
storia di una bambina incastrata in una casa lenta e chiusa, in cui le pentole, le stoviglie, le lenzuola, i piatti,
i centrini, non fanno altro che ripeterle “stai attenta”. È la storia dell’attenta: attenta agli sconosciuti, a non
cadere, attenta a come ti vesti, a non dare fastidio… È la storia di me bambina, è la storia di molti bambini e
bambine che ho incontrato. Cappuccetto Rosso, quando arriva nel bosco, “disubbidisce” agli stai attenta a
cui è stata educata, “disciplinata” da sua madre, che, a sua volta, ha ubbidito alle raccomandazioni ricevute
da sua madre. La “madre” rappresenta la famiglia; il filo rosso ingarbugliato di sguardi sul mondo che
riceviamo, incontriamo, scopriamo; la cultura in cui mettiamo i nostri primi passi sbilenchi. “La bambina è
l’ultimo anello di un percorso di genealogia femminile: deve obbedire alla madre e prendersi cura della
nonna. Questa bambina rompe con tutta una storia di adesione alla regola che ha impedito alle nonne, alle
madri e alle figlie di uscire dal sentiero, conoscere chi abitasse il bosco e scegliere un linguaggio di scambio
con l’altro”1 . Il bosco è necessario, perdersi è necessario, per ritrovarsi attraverso l’ascolto dell’altro e nel
racconto che l’altro ci restituisce. Chi è l’altro? In questa fiaba è la nonna con i racconti della sua giovinezza
così lontani e assurdi per una bambina dei giorni d’oggi, è la madre che ha paura dello sconosciuto e mette
in guardia la figlia, l’altro è il lupo. Chi è il lupo? E che succederebbe se una bambina disubbidendo ai moniti
dell’amore e della paura materna, lo incontrasse? L’obiettivo della ricerca intorno questa storia è riflettere insieme con padri, madri, nonne e nonni, figli e figlie su chi è il buono e chi il cattivo, su cosa è amore e cosa
è la paura, su quanto è importante perdersi per incontrarsi. L’obiettivo è portare tutti nel bosco e
“decentrarsi”, cercando una via d’uscita dall’individualismo, dall’egocentrismo ed etnocentrismo. Il desiderio
è provare, con la storia più conosciuta al mondo, a sorprenderci che il nostro sguardo sul mondo non è solo
e che il bosco ha “un milione di occhi”, di sguardi diversi, tutti da scoprire e da conoscere. Utilizzando il teatro
fisico e il canto come linguaggio tecnico, vorrei raccontare ai bambini e alle bambine, riscrivendo la storia di
Cappuccetto Rosso e collaborando a ripensare il mondo con uno sguardo sensibile alla parità di genere,
all’alterità, agli spazi d’espressione per tutte e tutti.
VIDEO > 8 minuti di una nina
Adriana Gallo, nasce a Corato. Incontra il teatro all’età di 9 anni grazie alla compagnia La luna nel Letto di
Ruvo di Puglia con cui iniziala sua formazione teatrale, sotto la guida di Katia Scarimbolo, Michelangelo
Campanale, Salvatore Marci, Raffaella Giancipoli.
Coniuga il suo percorsodi studi con la passione per il teatro, ottenendo il titolo di Laurea in Educazione
professionale ed il titolo di Master in “Teatro sociale e drammaterapia” presso l’Università La Sapienza di
Roma, destinato alla formazione di operatori del teatro sociale che si occupano di prevenzione, educazione,
riabilitazione ed integrazione di persone e gruppi attraverso l’arte scenica.
Ha collaborato, come attrice, con le compagnie: la Luna nel letto “E. De Filippo, L.Pirandello_L’abito nuovo”,
Bottega degli apocrifi “Lorenzo Milani”, La luna nel pozzo ”Beautiful”, Marluna teatro “il figlio del mare”,
Acasă ”H24 Acasa”, Project XX1 “Augenblick, l’istante del possibile”, “la Fleur-il fiore proibito”.
Nel 2017 si trasferisce a Madrid, per realizzare il servizio volontario europeo, della durata di un anno, presso
il Centro de Artesanía de las Artes Escénicas della compagnia Residui Teatro, con cui resterà ancora un anno
per collaborare come formatrice teatrale per l’infanzia presso la scuola italiana di Madrid e l’adolescenza
all’interno di scambi europei giovanili e per continuare il percorso “Aprender a aprender”: Training fisico e
vocale per l’attore. Con la supervisione artistica della compagnia crea il primo studio di “Una nina, un bosque,
una casa”
Segue, negli anni, diversi seminari e residenze, con maestri italiani e internazionali: César Brie (Argentina –
teatro fisico), Marco Manchisi (Italia-commedia dell’arte), Paolo Baroni (Italia-drammaturgia dello spazio),
Robert Mcneer, Vivian Gladwell, Vladimir Olshansky (clown), Giorgio Rossi (Italia-danza contemporanea),
Cora Herrendorf (Teatro Nucleo – Regia), Project XX1( Italia- Immersive theatre), Gey Pin (Singapore- thai chi
e strumenti di creazione), Ewa Benesz (Polonia- pratica vocale, parateatro), Teatr zar (Polonia-pratica vocale),
Residui Teatro- (Madrid – teatro fisico), Teatro simurgh (canti tradizionali del mondo e teatro fisico).
Attualmente:
– Dirige laboratori teatrali per adulti con diversità funzionale.
– Lavora come educatrice professionale presso il Centro Diurno Bari Sant’Anna della Fondazione Epasss
– Sta conseguendo la formazione in “Intervento socio educativo con giovani in difficoltà sociale” presso la
Scuola pubblica di animazione ed educazione giovanile di Madrid.
– Collabora come attrice con la compagnia Kuziba (Ruvo di Puglia), nello spettacolo “Nel castello di Barbablu”
Interessi personali: Continua la ricerca sul teatro, per e con l’infanzia e l’adolescenza perché crede nel teatro
come spazio privilegiato di investigazione educativa; amante e ricercatrice di canti e racconti tradizionali del
mondo, viaggia per ascoltarli e apprenderli attraverso l’oralità e l’incontro di corpi.