EDERA
Produzione: Compagnia Fiori di Bamboo
Residenza presso il polo di Manfredonia | Teatro Comunale “Lucio Dalla”
Artisti coinvolti nel progetto:
Andrea Pelliccia, regista
Giulio Germano Cervi, attore
Nicoletta Nobile, attore
Claudio Pellegrini, attore
Roberta Paolini, attore
Giulia Trivero, drammaturga
Artisti in residenza:
Andrea Pelliccia, regista
Giulio Germano Cervi, attore
Nicoletta Nobile, attore
Claudio Pellegrini, attore
Roberta Paolini, attore
Compagnia ospitante: Bottega degli Apocrifi
Arifa, la giovane donna protagonista della e delle storie di Edera, in questo
contesto non ha altra scelta che farsi fiato, soffio, alito di vento, per tentare
di deviare il corso, inevitabile, del fiume/telo che invade il palcoscenico. La
sua voce ci arriva ma non può farsi corpo perché, anche se ne è
protagonista, questo non è il suo racconto ma un racconto di voci che
parlano di lei.
Da questa vicenda, da tutte queste parole, una verità emerge, ma è una
verità qualsiasi, frettolosa, che ricorda l’edera: un groviglio di rami, germogli e foglie, una spirale di cui non siriesce a riconoscere l’origine.
SINOSSI
Una mattina disettembre Arifa Malik sischianta ai 100 km/h in un fiume. Il suo corpo non viene mai ritrovato. Cinque anni dopo sono le voci di chi la ha conosciuta, o crede di averla conosciuta, a ricostruire la sua storia.
Ai margini di un’indagine investigativa, tra grida in piazza, lettere minatorie e stanze d’ospedale, si distingue il racconto di Arianna, una giovane infermiera bloccata in un rapporto faticoso con una madre incapace di vederla davvero. La vita delle due donne si intreccia per una notte sul campo di battaglia su cui entrambe combattono: quello in cui si lotta contro la negazione della libertà di scegliere la propria storia, insieme personale e politica.
NOTE DI REGIA
Edera, come i mattoncini di un lego austero e razzista, ricostruisce con precisione chirurgica i connotati di una periferia qualsiasi del mondo. C’è la famiglia, la discoteca, la vicina di casa; ci sono le autorità, l’ amore, e le tante mancanze. Nel non-luogo di questa periferia non c’è traccia dei rassicuranti parametri morali della borghesia, non c’è spazio per norme valoriali definite. Le emozioni non sono concentrate in un arco che preveda un precipitare degli eventi: sono disseminate in parole, momenti, attimi. Tutto si svolge in una normalità dissacrata e dissacrante, in un clima di cinismo sanitario e burocratico. Quindi, in Edera, è tutto relativo? Che ruolo gioca l’autorità?
Chi sta dal lato decente dell’umanità? Con il mezzo video e il richiamo al linguaggio
televisivo, seducente e alienante allo stesso tempo, vorrei provare a rispondere a
queste domande.